LightCare la lampada per bimbi ospedalizzati

Il gruppo di vincitori dopo la consegna del premio a Genova

Comunicato stampa del 10 Aprile 2017

LightCare è la lampada intelligente per fornire contenuti multimediali a bambini ospedalizzati realizzata utilizzando la innovativa tecnologia Li-Fi ed evitare il Wi-Fi. Il progetto frutto del lavoro di tre ingegneri Davide Ursetta, Elisa Falistocco e Sara Falasconi dell’Univpm ha vinto a Genova il premio “Innovazione” dell’AIIC Associazione Italiana Ingegneri Clinici, al convegno "Tecnologia e persona: la sfida dell'innovazione. L'ingegneria clinica come motore, garanzia e prospettiva". I vincitori del premio attualmente frequentano il corso di perfezionamento post-laurea sui temi della domotica istituto dall’Università Politecnica delle Marche in collaborazione con il Politecnico di Milano, Area Science Park di Trieste e con le aziende Telecom, Genera e Habitech. Il corso di perfezionamento è parte del progetto di ricerca SHELL coordinato dall’Univpm e finalizzato a favorire la specializzazione territoriale sui temi della domotica per il confort e la sicurezza nell’abitazione.

“Questo è un primo significativo risultato del progetto SHELL – afferma il Rettore Sauro Longhi - che punta allo sviluppo di una sistema interoperabile per la sicurezza, il comfort degli ambienti di vita, che vede come capofila UNIVPM, finanziata dal MIUR con quasi dieci milioni di euro, e che vede le più importanti aziende nazionali e regionali che operano nel settore. Questa idea è frutto della contaminazione tra formazioni, competenze e culture diverse che hanno trovato nel corso di formazione collegato al progetto la naturale genesi.”

“Da Aprile 2016 ad oggi, ormai è trascorso un anno, il progetto Shell ci ha permesso di entrare in contatto con molteplici e rilevanti realtà della ricerca, confrontandoci con esperti dei più diversi ambiti, ad Ancona, Pisa, Milano e Trieste – scrivono Davide Ursetta Elisa Falistocco Sara Falasconi. La particolarità di quest'esperienza è stata l'aver dovuto rimettersi in gioco, ancora una volta, nello studio e poi nella progettazione di qualcosa che fosse innovativo ed anche socialmente utile. Certamente sono stati mesi di grande attività e di intenso coinvolgimento, caratterizzati dal continuo confronto, scambio di idee, da inizi, modifiche e talvolta da ripartenze molto sofferte. Solo così, in un ambiente professionale rispettoso delle reciproche capacità, abbiamo potuto impostare, realizzare e definire, migliorandolo sempre più, il progetto LightCare. Successivamente, venuti a conoscenza dell'evento promosso dall'AIIC, ci è sembrata l'evoluzione naturale delle cose provare a dare visibilità al nostro lavoro, sia pure confrontandoci con molti altri progetti, almeno 60, come ci è stato detto. Poi la notizia dell'invito al XVII Convegno Nazionale AIIC in quanto prescelti insieme agli altri due progetti avrebbe potuto essere considerato già un risultato notevole ma dobbiamo dire, per amore di verità che, la mattina dell'8 Aprile, sentire LightCare piazzarsi al primo posto è stata certamente una soddisfazione mai provata prima d'ora. Abbiamo percepito che la sfida dell'innovazione, la progettualità che si concretizza in qualcosa di pratico, misurabile, realizzabile. La prova tangibile che l'impegno e lo studio possono essere canalizzati verso la direzione del miglioramento della vita di tutti i giorni, ad iniziare, come in questo specifico caso, dagli ambienti più delicati, come i luoghi di cura, e dai soggetti tra i più fragili, come i bambini.”
 
IL PROGETTO LIGHTCARE
In Italia ogni anno più di 1 milione di bambini vengono ricoverati in una struttura ospedaliera e l’esperienza psicologica  all’ospedalizzazione giovanile risulta, da diversi studi di settore, un vero e proprio trauma. Per lenire tale difficoltà gli ospedali hanno il dovere di introdurre nuovi strumenti tecnologici in grado di alleviare il periodo di degenza. Anche la famiglia gioca un ruolo fondamentale ma da sola non basta. Molto spesso, i bambini per superare il disagio psicologico legato al ricovero ospedaliero passano il tempo a giocare con smartphone o tablet. Tali dispositivi connessi alla rete sono una vera e propria sorgente di campo elettromagnetico che espongono il bambino a possibili rischi e in alcuni reparti possono creare interferenze con i dispositivi medici. Oggi la via più comune di accesso a contenuti digitali è il Wi‐Fi. Quest’ultimo è un protocollo di comunicazione che per trasmettere i dati impiega campi elettromagnetici a radiofrequenza; in ospedale, il Wi‐Fi, non sempre può essere utilizzato perché  interferisce con le apparecchiature mediche.
 
Per rispondere a tali esigenze è nata l’idea di progettare ‘LightCare’ una lampada intelligente che, attraverso la tecnologia Li‐Fi (Light Fidelity), alternativa al Wi‐Fi, offre un servizio, tramite piattaforma software, di contenuti per bambini ospedalizzati, con l’obiettivo di alleviare il periodo di degenza e migliorare l’umore. Il protocollo di comunicazione Li‐Fi a differenza del Wi‐Fi, non impiega campi elettromagnetici a radiofrequenza ma la sola luce (spettro del visibile). I contenuti multimediali rappresentano il vero e proprio servizio di intrattenimento inteso sia da un punto di vista ludico che con finalità di apprendimento e di supporto psicopedagogico. Ogni contenuto proposto ai piccoli pazienti è attentamente esaminato e verificato da un team di persone esperte del settore, allo scopo di offrire contenuti sicuri e organizzati, tutelando il più possibile il bambino. Gli utilizzatori di LightCare sono i bambini che per qualche motivo di salute entrano in ospedale e le loro condizioni di salute implicano un ricovero di svariati giorni. I clienti di LightCare sono le strutture sanitarie pubbliche e private con particolare attenzione ai centri pediatrici di eccellenza.