DajeMarche: il racconto di tre ragazzi Univpm

I ragazzi di Daje Marche al lavoro

20 Aprile 2017

In circa 23 secondi è radicalmente cambiata la vita di 40.000 persone del centro Italia che nella migliore delle ipotesi hanno dovuto lasciare la propria casa. 10.000 di questi sfollati vengono da Tolentino (MC), uno delle città più grandi colpite dallo sciame sismico partito il 24 Agosto 2016. La peggiore scossa è quella del 30 ottobre, magnitudo 6.5, la più forte degli ultimi 40 anni.  A Tolentino il 3 novembre 2016 si tiene una riunione rivolta a tutti i commercianti e le attività produttive, per cercare di capire come uscire da questo terribile periodo. Il terremoto dura pochi secondi ma le ripercussioni dureranno anni. Il 3 novembre nasce l’idea Daje Marche. Mentre tutti i negozianti lamentano che non hanno più clienti, chi ha confidenza con il digitale si augura che la speranza sia là dietro, dietro a quello schermo e la soluzione è la finestra sul mondo: il web. "Ed è attraverso i social network che abbiamo deciso di urlare Daje Marche - scrivono i ragazzi del team - un grido per esortare la nostra terra a ricominciare subito, senza lasciare tempo alla paura".

 

L’INTERVISTA
Nel team Daje Marche ci sono tre giovani dell’Univpm: Francesco Carducci 27 anni dottorando ingegneria, Andrea Bartolini 27 anni dottorando in ingegneria industriale e Federica Gratani 25 anni laureata in economia e management, indirizzo marketing. “Daje Marche è nata in pieno momento di emergenza – inizia a raccontare Federica Gratani - in seguito agli eventi sismici che hanno colpito le nostre zone lo scorso Ottobre, desolazione e sconforto erano i sentimenti diffusi tra la popolazione. Da qui la volontà di dare un contributo reale ed imminente per rilanciare nel minor tempo possibile tutti quei piccoli-medi produttori e commercianti marchigiani che devono affrontare il calo della domanda conseguente al sisma, contribuendo al raggiungimento di potenziali consumatori oltre i confini “locali”.

 

Come vi siete avvicinati a DajeMarche?

Francesco Carducci: Conosco Daje Marche dal day1, sono tra quelli raggiunti dal primissimo messaggio di Paolo sulla bacheca facebook. Tutto il resto è venuto da sé. Eravamo tutti profondamente scossi, turbati e desiderosi di fare qualcosa per uscire da quella situazione. 

Andrea Bartolini: Ho saputo dell'iniziativa tramite il primissimo post sulla pagina creata su Facebook e mi sono subito proposto come volontario pur avendo poco nulla delle competenze necessarie alla messa in piedi del progetto. Per quanto mi riguarda a muovermi credo sia semplicemente la voglia di mettermi (nel mio piccolo) a disposizione di un territorio verso cui credo di essere debitore. Di li in poi ho cercato di rendermi disponibile quanto più possibile compatibilmente con gli impegni derivanti dalla mia attività di dottorato.

Federica Gratani: Sono venuta a conoscenza dell’iniziativa sin dal primissimo momento quando, al temine di un incontro tra il Sindaco della mia città (Tolentino) e i proprietari delle attività commerciali e produttive, Paolo Isabettini (Presidente dell’Associazione), mosso dal malcontento e dall’amarezza generale anche in vista del Natale, espone la sua brillante idea di vendere i loro prodotti online. L’idea viene concretizzata poche ore dopo in un post su Facebook, dove Paolo fa una sorta di “chiamata alle armi” per chiunque volesse contribuire come volontario per l’attuazione di questo progetto al quale ho risposto nell’immediato, mettendomi in gioco attivamente.

 

Di cosa ti occupi del team?

Francesco Carducci:  Di tutto ciò che serve. Ho aiutato a caricare i prodotti sul portale web, a gestire il magazzino, a preparare le spedizioni. Quando si parte da 0 e non si hanno esperienze pregresse è necessario avere il cervello acceso e darsi tanto da fare.

Andrea Bartolini:  Oltre alle attività "manovalanza", che nel mio caso è quasi solo la preparazione degli ordini, cerco di gestire in maniera quanto più ordinata e funzionale possibile il nostro magazzino. Il mio percorso di studi è stato in ingegneria meccanica ma con focus su termodinamica e sistemi energetici, dunque mi sono trovato sprovvisto di conoscenze a riguardo apprese in maniera "diretta" sui libri.  Devo però dire che la forma mentis "ingegneristica" acquisita all'università mi viene spesso in aiuto sempre per quanto riguarda la gestione del magazzino e la logistica delle spedizioni.
Federica Gratani:  Sono entrata a far parte del team con l’intento di contribuire con le mie competenze e conoscenze nel marketing, apprese nel mio percorso di studi. Pertanto, come ogni progetto che nasce da zero ed aspira ad essere completo nel più breve tempo possibile, fin da subito c’è stata la necessità che ognuno di noi si mettesse alla prova anche in attività varie e mansioni nuove. Mi occupo principalmente della gestione degli ordini e preventivi (clienti e fornitori), del controllo fatture e dei pagamenti dei fornitori e contribuisco all’attività di customer care.

 

E ora come sta andando il progetto?

Francesco Carducci  Non sono in grado di giudicare Daje Marche, è qualcosa di troppo atipico. Le nostre stime economiche, basate sul buon senso, sono state frantumate in 10 giorni. La verità è che Daje Marche non può essere confrontato con nessun altro e-commerce.

Andrea Bartolini  Direi decisamente bene! Il riscontro che stiamo avendo da un punto di vista mediatico ed i numeri che stiamo realizzando con le vendite sono un qualcosa che nemmeno il più ottimista di noi si sarebbe aspettato per questa iniziativa. è stato ed è difficile gestire una situazione in così rapida crescita in un campo che era nuovo a praticamente tutti noi, ma devo dire che alla luce di quanto ottenuto finora e dalla voglia che ci stiamo mettendo posso sicuramente sperare in un futuro interessante per questo progetto, sia nell'immediato che per l'eventuale transizione ad un qualcosa di più strutturato.
Federica Gratani: A 4 mesi dall’inizio di questa avventura possiamo largamente affermare che nessuno di noi si aspettasse un tale successo. Il riscontro positivo dell’elevato numero di ordini ricevuti sotto il periodo natalizio e la risonanza mediatica che c’è stata intorno a Daje Marche ci sta consentendo ora di poter continuare la nostra attività online, anche pensando ad iniziative per la promozione del nostro territorio.

 

Quale messaggio vorresti lanciare agli studenti?
Francesco Carducci  Quando le cose non vanno sono i giovani che hanno il dovere, la responsabilità, di manifestare la necessità di un cambiamento e di ribaltare le carte in tavola. Daje Marche nasce da qui, dalla volontà di reagire di fronte a qualcosa di inaccettabile.
Federica Gratani: Mettersi in gioco sempre, mossi dalla volontà di riscatto e di cambiamento, soprattutto quando ci si trova di fronte ad eventi inaspettati ed imprevisti.

 

I NUMERI
Il 21 novembre debutta dajemarche.it Nella sua prima versione erano stati inseriti più di 100 prodotti provenienti da circa 30 attività del cratereAl grido di Daje Marche si sono fatti avanti 130 volontari che hanno deciso di dedicare il proprio tempo al progetto. Hanno aderito al nostro progetto più di 200 fornitori (e continuano ancora a farlo). Circa 2000 persone hanno creduto in noi acquistando anche prima della messa online del sito, scrivendoci via mail o sulla nostra pagina. Tradotto in scatole in soli 2 mesi sono state circa 10.000 le spedizioni effettuate con il nostro packaging personalizzato e omologato per tutti.  300mila euro sono i soldi rimessi in circolo nell’economia locale. Daje Marche ha svolto tutto in maniera completamente no profit.

 

IL FUTURO
Ora che abbiamo iniziato non vogliamo certo fermarci. La nostra avventura continua! Stiamo cercando un nuovo quartier generale (ricerca alquanto difficile nel cratere) e nel frattempo stiamo aggiornando e aggiungendo gli articoli presenti sul sito. Esportare eccellenze e creare nuovi posti di lavoro per chi fino ad oggi è stato soltanto un volontario sono le nostre priorità. Vogliamo Continuare ad aiutare l’economia locale e crediamo che il nostro sistema sia scalabile. Stiamo cercando dei partner per poter applicare il nostro modello ad altre realtà colpite dal terremoto che hanno bisogno di comunicare il proprio valore nel mondo. Apriremo presto anche una sezione dedicata il turismo, un altro modo per aiutare un territorio colpito da una catastrofe come il terremoto è andare a visitare i luoghi. Vorremo proporre dei pacchetti turistici esperienziali per far sì che questi territori non siano lasciati soli.

 

 
 
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