Curare le piante senza i pesticidi

ambiente

11 Gennaio 2021

 

Se oggi fossimo agricoltori in territorio europeo probabilmente vivremmo forti preoccupazioni per il futuro della nostra azienda. Infatti la Commissione Europea prevede per il 2030 una trasformazione radicale del sistema produttivo alimentare per garantire cibo sufficiente a tutta la popolazione in modo sostenibile e sicuro per l’ambiente e l’uomo. Il piano – riportato nella strategia ‘F2F’ (‘Farm to Fork’) all’interno del noto documento ‘Green Deal’- si dovrebbe attuare attraverso l’adozione di diverse strategie, tra cui la sostanziale diminuzione dell’impiego di agrofarmaci e fertilizzanti di sintesi (fino al 50%) e una conversione di almeno il 25% dell’attuale suolo agricolo a regime biologico.

 

La riduzione degli agrofarmaci è un obiettivo europeo di lunga data, per il quale mancano sia adeguati metodi di valutazione dell’impatto su ambiente e uomo sia reali ed efficaci alternative. Mancanze queste che destano forti preoccupazioni tra gli agricoltori che tra pochi anni si vedranno privati di molti dei principi attivi usati per proteggere le colture, e nel mondo dell’industria che al momento non dispone di alternative da offrire al mercato.

 

L’Europa stessa, insieme a importanti istituzioni europee come l’ECPA (European Crop Protection Association) ammette che motivo di tali mancanze risiede nel forte ritardo che ricerca e innovazione hanno rispetto ai piani politici, e riconosce l’urgenza di promuovere forti investimenti per lo sviluppo di strategie alternative, efficaci e sostenibili, promettendo anche di snellire le procedure di regolamentazione e approvazione di nuovi prodotti e molecole. Le nuove strategie di difesa delle colture dovranno essere non solo efficaci, ma anche adattabili ai diversi patogeni e infestanti (già diffusi e di nuova introduzione), benevole per l’ambiente e per l’uomo, di facile sviluppo ed economicamente sostenibili.  Solo così si potranno colmare questi vuoti e continuare a garantire un adeguato approvvigionamento di cibo nell’Europa sostenibile.

 

È su questi temi che il recente articolo "Does RNAi-Based Technology Fit within EU Sustainability Goals?” pubblicato nella sezione ‘Scienza e Società’ della prestigiosa rivista del gruppo “CELLPRESS – Trends in Biotechnology”, intende soffermarsi, interrogandosi sul ruolo che una nuova biotecnologia, nota come RNA interferente o RNAi, possa candidarsi a strategia vincente per contribuire a colmare questi vuoti fornendo strumenti di controllo dei patogeni che rispondono alle esigenze descritte. (Link articolo PDF(784 KB))

 

RNAi è un processo naturale comune agli organismi eucarioti dove piccole molecole di RNA a doppio filamento (dsRNA) silenziano l’espressione di geni in modo sequenza-specifico (Figura 1 articolo). Sfruttando questa specificità di sequenza, è possibile sviluppare biopesticidi a base di dsRNA per silenziare in modo mirato geni chiave per la crescita di patogeni e insetti, con risultati diversi a seconda del gene colpito.

 

A parte l’alta specificità - che già di per sé rappresenta un grande vantaggio per la salvaguardia dell’ambiente rispetto ai tradizionali agrofarmaci di sintesi- l’RNA è anche poco mobile nel suolo, non persistente e non tossico. I dsRNA possono essere applicati alla pianta in due modalità (Figura 2 articolo): attraverso lo sviluppo di piante OGM che esprimono gli RNA contro patogeni target, o tramite lo sviluppo di prodotti a base di RNA che possono essere applicati in campo alla stregua dei comuni agrofarmaci. Trattandosi di OGM, la prima modalità può rivestire interesse soprattutto per l’industria vivaistica dedicata alla produzione di portainnesti. È stato dimostrato infatti che i piccoli RNA possono migrare dal portainnesto alla chioma, la quale quindi non subisce nessuna modificazione genetica.

 

Tuttavia, l’alternativa della produzione di nuovi formulati a base di dsRNA ad elevata efficacia nel controllo di numerosi funghi patogeni e insetti, con diverse modalità di somministrazione (spray, assorbimento radicale, iniezioni del tronco, imbibizione dei semi) sembra risultare un’alternativa importante ai tradizionali pesticidi di sintesi e anche naturali ora utilizzati in agricoltura biologica. È su questa prospettiva che diverse nuove start up stanno investendo nella creazione e produzione di nuovi formulati  a base di dsRNA, sicuri, economici e accessibili per gli agricoltori. 

 

I prodotti ottenuti da questa tecnologia (piante – RNAi e prodotti dsRNA) sono soggetti ad approfonditi studi, secondo le normative vigenti (direttiva OGM e direttiva pesticidi), per la verifica della loro sicurezza per l’ambiente e per il consumatore. È fondamentale far si che l’introduzione di questa tecnologia sia guidata da un’esplicita conoscenza e percezione da parte del consumatore dei benefici in termine di riduzione dei rischi rispetto ai pesticidi di sintesi e naturali ora disponibili. 

 

Questo articolo è uno dei principali risultati del progetto iPlanta finanziato dal programma EU-Horizon 2020 - COST, CA15223 - Modifing plants to produce interfering RNA, coordinato dal Prof. Bruno Mezzetti, Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università Politecnica delle Marche (email: b.mezzetti@unvipm.it)

 

Siti del  progetto:

https://www.cost.eu/actions/CA15223/#tabs|Name:overview

https://iplanta.univpm.it/

A questo sito avete accesso al programma di webinars attivo fino a Marzo 2021:

https://www.iplantawebinars.com/