Ricerca e innovazione nell'ingegneria ambientale

acqua

Comunicato stampa del 6 marzo 2019

Ammontano ad oltre due milioni di euro i finanziamenti comunitari all’innovazione che l’Università Politecnica delle Marche ha attratto negli ultimi due anni per dimostrare soluzioni di economia circolare e digitalizzazione nel trattamento e valorizzazione di acque reflue e rifiuti urbani.

Ad inizio 2019 una nuova conferma del ruolo di UNIVPM: 4 nuovi successi con progetti ambiziosi, finanziati da 4 programmi di ricerca europei differenti (Horizon2020, PRIMA, ENI CBC MED, Water JPI), che promuovono soluzioni innovative e approcci multidisciplinari in Europa e nel bacino del Mediterraneo, con casi reali anche in Italia, dalle Marche alla Lombardia, Veneto e Basilicata, tutti guidati dall’Ateneo marchigiano.

Insieme con decine di aziende, utilities ed enti di ricerca Europei, le tematiche dei progetti innovativi spaziano dal trattamento e riutilizzo delle acque reflue in contesti piò o meno urbanizzati, al recupero e riuso di energia, fertilizzanti e biopolimeri da fanghi e rifiuti, fino al monitoraggio e decontaminazione di risorse idriche da inquinanti emergenti come cianotossine e microplastiche. In ogni contesto è sempre presente forte supporto ed innovazione digitale, soluzioni 4.0 e IoT applicate a settori e servizi urbani che possono esprimere enorme potenziale a favore della società e dei cittadini.

Diversi sono i giovani ricercatori e docenti di UNIVPM coinvolti, esperti di ingegneria ambientale e di processo, di informatica ed energetica fino all’ecotossicologia e alla chimica, coordinati localmente dal prof. Francesco Fatone. Il finanziamento globale ottenuto nel 2019 è pari a circa 850.000 euro per diversi progetti.

I PROGETTI
- DECOST, progetto finanziato dallo strumento di vicinato ENI CBC MED “Decentralised Composting in Small Towns” ha l’obiettivo di promuovere un nuovo quadro di gestione sostenibile dei rifiuti attraverso un sistema a ciclo chiuso di valorizzazione dei rifiuti organici integrando sistemi decentralizzati di compostaggio domestico e locale con l'agricoltura urbana.

- BLOOWATER, progetto EU Water JPI WaterWorks 2017 “Supporting tools for the integrated management of drinking water reservoirs contaminated by Cyanobacteria and cyanotoxins” ha l’obiettivo di far crescere soluzioni tecnologiche innovative per sviluppare un approccio metodologico basato sull’integrazione di tecniche di trattamento e monitoraggio delle acque affette da alga tossica.

- FIT4REUSE, progetto del programma PRIMA “SaFe and sustainable soluTions FOR the integrated USE of unconventional water resources in the Mediterranean agricultural sector” vuole implementare innovazioni tecnologiche (desalinizzazione, trattamento acque reflue) applicate su scala reale per l’utilizzo di risorse idriche sicure e alternative.

- DWC, progetto H2020 “DIGITAL-WATER.city - Leading urban water management to its digital future” (DWC) ha l’obiettivo di Interconnettere il mondo fisico e digitale attraverso lo sviluppo e la dimostrazione di soluzioni digitali avanzate per affrontare sfide presenti e future nel settore acqua, tra cui salute umana, efficacia ed efficienza delle infrastrutture idriche, coinvolgimento dei cittadini nella gestione urbana dell’acqua. 

APPUNTAMENTO INTERNAZIONALE
In questa direzione e a conferma del ruolo di leadership internazionale di UNIVPM in questo settore, l’Università Politecnica delle Marche organizzerà e presiederà la terza Resource Recovery Conference dell’International Water Associaton a settembre (www.iwarr2019.org), che attirerà da tutto il mondo esperti del settore acqua del mondo accademico e delle imprese per discutere le più recenti innovazioni sul recupero e riuso sostenibile di risorse dal ciclo delle acque.    

FORMAZIONE
I nuovi progetti finanziati ed il ruolo di UNIVPM nel settore aprono importanti occasioni di sviluppo di attività innovative anche a supporto della formazione degli studenti di Environmental Engineering, Corso di Laurea riattivato da due anni presso UNIVPM, erogato in lingua inglese e rivolto a creare presso l’Ateneo marchigiano i futuri Ingegneri Ambientali sempre più lanciati verso percorsi di eccellenza internazionale.

 
 
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