L’Università in cui credo

Il Rettore Sauro Longhi a Sharper

29 settembre 2017

Sono convito che il frutteto sia sano! All’università anche i figli di nessuno ce la fanno e in tanti lo possiamo raccontare. Quante persone bravissime lavorano all’università? Sono tantissime, migliaia che rinunciano alle vie facili e intraprendono la strada lunga e incerta del percorso accademico fatto di studio e di impegno. Conosco il valore di molti miei colleghi, professori e ricercatori. Mi è spesso capitato in anni da Rettore di incontrali in tante occasioni, impegnati e fiduciosi nel valore della cultura e nella diffusione della conoscenza. Ci preoccupa il messaggio che sta ora passando che l’Università sia governata da dinamiche clientelari e giustamente la Magistratura sta mettendo in campo tutte le azioni per individuare le mele bacate, ma da questo giungere alla conclusione che tutto il frutteto, tutta l’Università, sia piena di mele bacate non ci stiamo. Per mostrarvi che l’Università esprime valore, passione, impegno, vi invitiamo oggi pomeriggio a scendere nel centro storico di Ancona, nelle piazze e vie principali per incontrare i nostri ricercatori, i nostri docenti, i nostri dipendenti, i nostri studenti che in occasione di Sharper, la notte europea dei ricercatori, mostrano alla città parti dei loro laboratori per svelare i principali risultati delle proprie attività di ricerca. Si sono impegnanti per questo evento che vuole mostrare il valore della ricerca e dello studio al grande pubblico, circa 200 ricercatori appartenenti ai nostri 12 dipartimenti hanno organizzano 50 eventi per dedicare una notte alla ricerca. Un evento che si svolge in contemporanea in altre 300 piazze d’Europa, un sogno che unisce queste piazze in un unico grande evento europeo. Per vedere l’entusiasmo dei nostri giovani ricercatori vi invito a navigare nei nostri social raggiungibili dal nostro sito www.univpm.it, dove potete già trovare le brevi presentazioni delle loro attività.

 

Per trasmettere il nostro entusiasmo ai più piccoli, in Piazza Roma abbiamo dedicato uno spazio dal titolo “Sharper microgenius” che ospiterà i laboratori dove la ricerca diventa a portata di bambino. Saranno con noi anche la Polizia Scientifica, l’Istat, l’Inrca e Amnesty International per ribadire oggi più che mai #veritàpergiulioregeni. Ci saranno la mostra fotografica “Sulle ali del vento” all’Arco Amoroso e la mostra culturale “La Siria Perduta, la geomatica documenta” a cura del Prof. Gabriele Fangi presso l’Informagiovani e tantissime altri eventi che potete scoprire sul nostro sito www.univpm.it . Sharper quest’anno apre anche le aule delle facoltà dove alcuni dei nostri ricercatori saranno impegnati all’”Università per bambini”. E sempre il mattino i ragazzi più grandi potranno andare a caccia dei gufetti di Sharper, la mascotte dell’evento, con il gioco a tappe “Research”, un viaggio nelle scienze applicate passeggiando per il centro storico della città di Ancona. Non solo ricerca in piazza ma anche a tavola perché ritorna anche quest’anno il “10x100 Date a researcher” dove i ricercatori potranno raccontare la loro passione ai commensali, attorno ad un tavolo, per una cena a base di scienza. Gli eventi si concluderanno in Piazza del Papa con una “ricerca musicale” in parole e musica con Willie Peyote . La notte europea dei ricercatori è un modo spontaneo di far festa per esaltare i nostri valori, soprattutto per trasferirli ai più giovani.

 

Questo evento punta a far tornare al centro delle politiche di sviluppo del Paese l’Università e più in generale l’intero sistema dell’Istruzione. L’Università pubblica, più di ogni altra istituzione, deve progettare il futuro, deve intravederne le problematiche ma soprattutto deve contribuire alla definizione e costruzione di un futuro di condivisione e pace, con attività di ricerca e studio in cui la conoscenza si approfondisce e si confronta e il sapere si arricchisce. Tutto ciò è scritto nella nostra Costituzione, dove cultura, ricerca e diritto allo studio sono definiti come elementi fondanti. Occorrono risorse intellettuali ed economiche. Purtroppo, le risorse economiche pubbliche negli ultimi anni sono diminuite sia nel finanziamento diretto all’Università sia in quello indiretto agli studenti per il diritto allo studio. Se vogliamo tornare a far crescere il Paese e quindi rafforzare l’Europa, dobbiamo invertire queste politiche che hanno visto l’Università pubblica come un costo da tagliare piuttosto che un investimento per il futuro, dobbiamo evitarne il declino. A parte qualche favoritismo, che va isolato e condannato, il vero problema è che non si sono risorse per reclutare i tanti giovani che studiano nei nostri laboratori.

 

Il sistema universitario italiano pur rappresentando un valido strumento di sviluppo e di crescita per il Paese, continua ad essere trattato come un centro di costo da ridimensionare, in quasi dieci anni abbiamo avuto una costante riduzione del nostro fondo di finanziamento ordinario, con conseguente riduzione del ricambio generazionale (turnover dimezzato) con perdita di oltre 12 mila posizioni di ruolo tra professori e ricercatori e con il blocco della contrattazione per il personale tecnico amministrativo ed il blocco dell’adeguamento stipendiale del personale docente. Non ci sono “tesoretti” nascosti tra le pieghe di bilancio, come invece certa stampa ci vorrebbe far credere, agli Enti di ricerca e alle Università mancano almeno 1,3 miliardi di euro per ritornare alle condizioni di partenza di qualche hanno fa. L’Italia continua ad avere un finanziamento pro-capite al sistema universitario di poco superiore 100 euro: tra i più bassi d’Europa.

 

In questo scenario vi sono altri luoghi comuni da sfatare, come l’assenza della valutazione e del controllo dei costi. Siamo l’unica amministrazione pubblica che è valutata e su tale valutazione viene di conseguenza finanziata, tenendo anche conto dei “costi standard”. Il sistema universitario italiano unito ai suoi enti di ricerca è tra i più produttivi al mondo, siamo ai primi posti nella produzione di articoli scientifici che documentano le nostre ricerche. Ritornando alla mia metafora, nel frutteto dell’Università non vanno tagliati i rami più produttivi, le gemme vanno fatte crescere, e se qualche mela è bacata va recisa, ma non vanno abbattuti gli alberi e tantomeno non dobbiamo interrompere ad annaffiare il frutteto, le prime a cadere saranno le gemme in crescita e non le mele bacate.