Una scuola per ricostruire la comunità

Progetto Univpm della scuola di San Ginesio

Comunicato stampa del 22 Marzo 2017

E’ pronto il progetto di ricostruzione dell’istituto comprensivo di San Ginesio a cura dell’Università Politecnica delle Marche. Ospiterà 445 studenti, è il secondo progetto più grande tra quelli scelti da Vasco Errani, Commissario Straordinario per la ricostruzione nei territori dei comuni interessati dai terremoti di agosto e ottobre, frutto di una convenzione con la CRUI (Conferenza dei Rettori d’Italia).
L’intervento proposto mira a riunire in due strutture separate ma contigue quattro diversi istituti scolastici: la scuola dell’infanzia “G. Ciarlantini” (50 alunni), la scuola primaria “F. Allevi” (70 alunni), l’IPSIA “Renzo Frau” (125 alunni) e l’IIS “Alberico Gentili” (200 alunni) oggi dislocati all’interno del centro storico di San Ginesio e che risultano inagibili dopo gli eventi sismici. La superficie prevista per l’intervento compresa la palestra risulta pari a 6091 mq.
 
Il progetto vuole creare un polo scolastico ricostruendo un sistema di spazi pubblici che prima non c’era e contemporaneamente valorizzare le preesistenze: sono previsti due edifici differenti e autonomi per ospitare i due istituti secondari di secondo grado rispetto alla scuola per l’infanzia e primaria. Tra i due nuovi complessi scolastici si colloca l’edificio della palestra delle scuole superiori. L’auditorium costituirà invece l’anello di congiunzione con la città e sarà per questo ubicato all’ingresso della nuova piazza che lega nuovi edifici e preesistenze. Verrà infatti realizzata una piazza che diventa uno spazio per ricostruire un tessuto urbano, un centro di relazioni per tutta la comunità, un tessuto vivo per passeggiare, andare a scuola e incontrarsi nel tempo libero; in questa piazza si affacciano alcune delle costruzioni cittadine più importanti: le scuole, l’ospedale, l’ostello e il centro tennis.
 
Il nuovo complesso scolastico si configura come un vero e proprio campus collocato all’interno delle mura urbane sottolineando una chiara volontà di rinascita e di affermazione identitaria della comunità che lì intende far crescere e istruire i propri figli. Il campus prevede spazi aperti e chiusi, interni ed esterni, privati e pubblici che ospitano la comunità degli studenti. A partire dall’accesso da via Roma si incontra un primo luogo: l’auditorium dei due istituti superiori di secondo grado che si presenta come edificio autonomo ancorché connesso al sistema degli ingressi della scuola. Subito dopo incontriamo la “piazzetta” pensata per ospitare in sicurezza rispetto alla strada il numero di studenti in entrata e all’uscita dalle lezioni. Una tettoia trasparente, per ripararsi dalla pioggia, è posta tra i due luoghi, accompagna sia all’ingresso della scuola che all’ingresso laterale dell’auditorium. La biblioteca, comune ai due istituti si affaccia grazie a delle terrazze sia all’interno nella corte verde tra i corridoi che all’esterno. Anche i laboratori sono condivisi dai due istituti e possono essere utilizzati anche fuori orario scolastico a disposizione per la comunità per corsi serali e raggiungibili da un apposito ingresso autonomo. Nell’area centrale del campus c’è la palestra illuminata sui lati lunghi da vetrate che poggiano sul pavimento permettendo dall’esterno degli spazi verdi del campus di vedere le attività sportive all’interno. L’ultimo edificio di progetto, collocato più a nord, ospita la scuola materna e primaria. Il volume della scuola si presenta come composto da tre casette sovrapposte e incastrate tra loro come in un gioco. Il piano terra di questo terzo blocco edilizio ospita la scuola materna con ingresso dalla strada rivolto a nord e giardino di pertinenza. L’atrio di ingresso alla scuola elementare è invece rivolto a est come lo spazio della mensa, comprensiva di cucina e refettorio per entrambe le scuole e un’aula per le attività motorie dotata di spogliatoi. I colori dei materiali del campus sono basati sulle tonalità delle terre, volte a ricercare il più opportuno inserimento nel contesto circostante, pensati in modo da evocare quell’immagine di pluralità tipica dei centri storici dell’Italia centrale.

Le direttive della squadra del commissario Errani sulla ricostruzione davano indicazioni chiare: le nuove scuole del cratere debbono avere una classe d’uso pari a 4. Si tratta di un indice di valore molto alto per la sicurezza, una classificazione dove rientrano tutte quelle strutture, caserme e ospedali per intenderci, che non dovrebbero mai crollare anche in caso di forte scossa e con un ritorno di scossa di 1000 anni circa. Le scuole diventano così un luogo di riconoscibile sicurezza per tutti i cittadini. Mentre per le residenze il governo si sta muovendo su soluzioni temporanee per le scuole ha deciso di costruire da subito strutture definitive e durature nel tempo per ricostruire nel più breve tempo possibile il futuro e il cuore della comunità e per fare in modo che i ragazzi vadano a scuola già a settembre.

Il progetto è frutto di una intensa collaborazione fra discipline, e l’equipe Univpm è composta dai docenti di Ingegneria Edile Architettura coordinati da Stefano Lenci, responsabile insieme a Francesco Clementi del progetto strutturale e tra cui Gianluigi Mondaini, responsabile del progetto di architettura con Paolo Bonvini, geotecnica con Evelina Fratalocchi e Erio Pasqualini, impianti coordinati da Costanzo di Perna e acustica da Gianni Cesini.

 
 
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